Già da tempo si sentiva nell’aria il malcontento del popolo di Sanza nei confronti del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, emblema di una gestione che fa acqua da tutte le parti.
Tra mancate promesse e vincoli diffusi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’inaugurazione della nuova sede distaccata dell’Ente avvenuta nei giorni scorsi a Teggiano, sede che doveva essere aperta a Sanza. Dopo l’ennesima presa in giro, dunque, il popolo insorge e denuncia l’incapacità organizzativa e, a gran voce, grida “fuori dal Parco”.
L’Ente fu istituito nel 1991 con lo scopo preciso di circoscrivere un’area protetta di 181.048 ettari sulla terra ferma, e 9000 in mare. Uno scopo nobile che nel corso delle varie e discusse presidenze, ha anche ottenuto dei riconoscimenti al merito entrando a far parte di un circuito di interesse mondiale. Oggi come ieri dunque il PNCVD è, senza dubbio, una risorsa in più del nostro territorio che di risorse ne ha un urgente bisogno.
Entrando nello specifico e scandagliando il territorio palmo dopo palmo, ci accorgiamo che non sempre ciò che si dice corrisponde al vero. Se da un lato la sua azione ha portato ‘progresso’, dall’altro, come nel caso specifico del comune di Sanza, ha creato disagio ai cittadini, i quali recriminano da sempre la non utilità di questo strumento portatore di vincoli e in alcuni casi estremi, simulando uno stato di polizia, spesso ha ostacolato l’esistenza e la libera circolazione delle persone sul proprio territorio.
Da anni, promesse mai mantenute da parte dei vertici dell’Ente hanno creato una sorta di amore e odio tra la Comunità Sanzese e il PNCVD. Ricordo le parole dell’attuale presidente Amilcare Troiano, che in veste privata una domenica di qualche anno fa, recatosi a Sanza, tra le bellezze del territorio e un bicchiere di vino condito con le prelibatezze gastronomiche del luogo, sbalordito e meravigliato dall’originale paesaggio, ha proclamato l’area ai piedi del Cervati (che offre al Parco molti ettari di territorio) nucleo principale su cui investire per il futuro del progresso sia sociale che economico.
Addirittura ricordo bene che fu lui stesso, visitando il Centro di Educazione Ambientale, un antico Monastero ristrutturato sito nella località Salemme, a sbandierare ai sette venti la concreta possibilità di decentrare alcuni uffici da Vallo della Lucania proprio a Sanza, per dimostrare e soprattutto per incrementare lo sviluppo dell’ area. Ma dopo alcuni anni e, nonostante un rappresentante sanzese nel Consiglio Direttivo dell’Ente, avviene l’esatto contrario. Il territorio di Sanza, tra i più estesi nell’area Parco, recrimina la giusta razionalità, quei diritti che fino a oggi sono apparsi irraggiungibili. Con questo spirito nasce il Comitato Cittadino ‘Sanza fuori dal Parco’.
“Bisogna alzare la voce – dice uno dei componenti- ci hanno deriso e ci hanno preso in giro per anni, adesso basta, lotteremo per i nostri diritti e siamo pronti a qualsiasi gesto legale pur di ottenerli, se i nostri tentativi dovessero fallire, daremo vita a una petizione popolare per uscire fuori da questo contesto che, con le attuali condizioni dettate dall’alto, non ci appartiene, danneggiando e opprimendo la libertà e, soprattutto, la dignità di un popolo che ha creduto e continua a credere nei valori essenziali del suo territorio”.
Antonio Citera